5 Ottobre 2023
Partita la raccolta di riso in Lombardia, -15% le previsioni nei campi milanesi

È partita la raccolta del riso in Lombardia spinta dal caldo anomalo che sta interessando la regione in questo inizio autunno. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che in base alle prime stime si prospetta un calo nella raccolta di circa il 15% rispetto alla media.

“Purtroppo quest’anno la produzione di riso nel nostro territorio subirà una diminuzione di almeno il 15% rispetto a un’annata normale - conferma Fabio Camisani, imprenditore agricolo di Gaggiano, nell’ovest di Milano -. Ci è mancata l’acqua proprio nel momento decisivo della maturazione, per una decina di giorni a partire dalla settimana di Ferragosto. Anche la resa alla lavorazione sembra in calo, ma siamo ancora all’inizio. Io adesso sto raccogliendo l’Arborio; se tutto va bene settimana prossima comincerò con il Carnaroli”.

“A influire sfavorevolmente sulla stagione del riso è stato il caldo anomalo che si è registrato dopo la metà di agosto e che ha ostacolato la corretta maturazione della piante – spiega Paolo Braschi, risicoltore di Vistarino (Pavia) – A soffrire di più sono state alcune varietà come il Carnaroli, il Volano e i loro similari, in particolare quelle seminate più tardi. Abbiamo appena iniziato a trebbiare, quindi è difficile fare previsioni precise – continua l’agricoltore pavese, che coltiva un centinaio di ettari di riso – però, vista anche la diminuzione delle prime rese, è possibile stimare un calo del 10-15%”

In Lombardia la produzione di riso è concentrata principalmente nel Pavese, che è la prima provincia risicola europea, e in altre zone vocate che si trovano nel Milanese, nel Lodigiano e nel Mantovano. A livello italiano, la risicoltura può contare su un totale di 211mila ettari coltivati, oltre 7500 in meno rispetto al 2022, ai minimi da trent’anni con effetti preoccupanti sull'economia e l’occupazione con l’intero ecosistema segnato dalla grande siccità.

Gli italiani consumano in media fra i 5 e i 6 chili di riso a testa con gli agricoltori che prendono meno di un euro al chilo mentre sugli scaffali i consumatori arrivano a pagare anche 4 euro, con un aumento record al dettaglio del +24% rispetto allo scorso anno.  A pesare, oltre agli effetti del clima pazzo, sono gli squilibri causati dalle importazioni con le manovre dell’India che ha bloccato le esportazioni per spingere un aumento dei contingenti a dazio zero e cercare di alzare i limiti di tolleranza per agrofarmaci come il tricilazolo. Una situazione che ha un impatto anche sull’Italia con le importazioni di riso dall’India che sono più che raddoppiate (+155%) nel 2023 e rappresentano circa il 12% del totale delle importazioni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi sei mesi dell’anno.

Nelle vendite al dettaglio si sta poi affermando una nuova strategia di marketing, permessa dalla legge, con pacchi che mettono in evidenza la scritta “Riso da risotto” per poi indicare in piccolo, magari su un lato nascosto della scatola, tipologia riso Lungo A, origine in Myanmar, in Vietnam o in Cambogia. La Coldiretti consiglia quindi di verificare in etichetta che nei pacchi di " Riso da risotto" sia indicata l’origine italiana per un prodotto coltivato secondo criteri di salubrità e di sostenibilità ambientale e sociale.

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