Il “tofu” non basta, meglio pane e salame. “Dopo il flop del menu vegano che non è piaciuto ai bambini delle scuole di Milano bisogna fare un ragionamento complessivo sull’educazione al gusto delle giovani generazioni tenendo conto delle abitudini, delle tradizioni e delle risorse agroalimentari che ci sono in Lombardia e nel resto d’Italia – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – per questo è importante aumentare la quota di prodotti del territorio usati nelle mense”.
La Regione, per bocca dell’assessore all’agricoltura Gianni Fava, punta a un sistema “25-25-25” che riecheggia quello a favore dell’ambiente del “Protocollo di Kyoto” ma stavolta pensato per la dieta dei bambini: 25% di prodotti della provincia in cui si trova la mensa, 25% di prodotti della Regione, 25% di tesori italiani e il resto dedicato ai prodotti europei o internazionali.
“Si tratta di una proposta che non esclude né gli incroci con altre tradizioni gastronomiche e neppure le sperimentazioni, anche se andrebbero orientate più sui gusti dei bambini – commenta Prandini – la mensa è una risorsa didattica, ma non si possono certo imporre scelte troppo lontane dalle proprie tradizioni alimentari, soprattutto a chi non ha ancora l’età per decidere con piena consapevolezza”.
Il sistema agricolo lombardo – conclude la Coldiretti regionale – è in grado di mettere a disposizione un’ampia varietà di prodotti: dalla carne al latte, dalle insalate a tutti i tipi di frutta e verdura, mele della Valtellina e pere del Mantovano, miele, formaggi freschi e stagionati e anche la pasta. “Esiste un forziere di prodotti e storia che aspetta solo di essere portato in mensa” conclude Prandini.
Attualmente Milano Ristorazione si rifornisce dagli agricoltori solo per le insalate pronte da condire e per la salsa e la passata di pomodoro, mentre alcune scuole del Bresciano hanno deciso di appoggiarsi alla Filiera agricola italiana anche per la carne.