Una crisi da 600 posti di lavoro in dieci anni. È questo il conto salato pagato dalle province di Lodi, Milano e Monza Brianza di fronte al collasso delle stalle da latte, provocato dal crollo del prezzo e dalle importazioni selvagge di prodotti esteri. La stima emerge da un’analisi della Coldiretti Interprovinciale sulla base delle chiusure degli allevamenti tra il 2003 e il 2014, diffusa oggi in occasione della prima grande mungitura pubblica organizzata da Coldiretti in piazza Affari a Milano e in contemporanea nelle maggiori città italiane.
Negli ultimi dieci anni – spiega la Coldiretti – hanno chiuso i battenti 245 stalle da latte: 151 tra Milano e Monza, e 94 a Lodi. In pratica una su quattro. E con loro si sono persi sia occupati diretti, tra titolari e dipendenti, che indiretti con una diminuzione del giro d'affari dell'indotto. Un danno per l’economia di territori che hanno nel latte uno dei loro punti di forza: a Lodi, infatti, si producono oltre 400 mila tonnellate di latte all’anno (pari al 9% del totale lombardo), a Milano più di 270 mila tonnellate e a Monza circa 13mila, per un totale complessivo sulle tre province che supera le 700mila tonnellate (pari al 16% della produzione lombarda).
“Si tratta di una crisi drammatica per il settore zootecnico – spiega Alessandro Ubiali, Presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza – che dipende per la maggior parte dalle distorsioni lungo la filiera e dalle posizioni intransigenti che hanno assunto le industrie nei confronti degli allevamenti da latte. A tutto ciò si aggiunge la concorrenza sleale di prodotti e semilavorati che arrivano dall’estero e che vengono poi usati e confezionati con marchi, simboli e messaggi che richiamo l’Italia. Una beffa per i produttori italiani, un inganno per i consumatori”.