“Le importazioni selvagge dall’estero, i cambiamenti climatici e l’aumento dei costi di produzione colpiscono il Vivaio Italia mettendo a rischio un settore cardine del made in Italy che vale 3,1 miliardi di euro e garantisce lavoro a 200mila persone. Nonostante questo, le nostre aziende hanno saputo raggiungere un record storico di export che nel 2023 supera 1,25 miliardi”. E' quanto ha dichiarato a Milano, in occasione dell'inaugurazione di Myplant&Garden, il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini. “Occorre – ha proseguito - combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia e in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori. Il florovivaismo è anche l’espressione di una agricoltura multifunzionale capace di generare esternalità positive per il bene della comunità e dell’ambiente, nonostante i rincari e le grandi difficoltà economiche”.
Al taglio del nastro dello stand Coldiretti a Fiera Milano Rho c'era il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Presente anche una delegazione della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, guidata dal vicepresidente e florovivaista Marcello Doniselli e dal direttore Umberto Bertolasi.
A minacciare il futuro del settore, è stato ricordato, sono le difficoltà climatiche, tra siccità e maltempo, come l’ultima alluvione che ha colpito il distretto di Pistoia con gravi danni alle aziende. Pesa anche l’esplosione dei costi di produzione, più che raddoppiati a causa dei rincari dell’energia che colpiscono l’intera filiera, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni, fino al gasolio per il riscaldamento delle serre.
Ma i pericoli vengono anche dalla concorrenza sleale dall’estero, con le importazioni di piante e fiori che nel 2023 hanno raggiunto il valore di quasi 900 milioni di euro, in crescita del 33% rispetto all’anno precedente (secondo proiezioni Coldiretti su dati Istat). Spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento, come nel caso delle rose dal Kenya, per il lavoro sottopagato e senza diritti, o dei fiori dalla Colombia, dove a essere penalizzate sul lavoro sono le donne.
Il problema riguarda anche le triangolazioni attraverso l’Olanda che importa fiori da Paesi extracomunitari per rivenderli sul mercato comunitario. Ben 2/3 delle importazioni in valore di fiori e piante arrivano in Italia dall’Olanda, anche se non sono mancate spedizioni dirette da Etiopia (2,7 milioni di euro), Colombia (3 milioni), Kenya (4 milioni) e Thailandia (7 milioni).
Nella giornata di apertura di Myplant&Garden, sono state esposte, in collaborazione con Assofloro, le specie di piante più adatte a catturare i gas a effetto serra responsabili dei cambiamenti climatici, ma anche capaci di limitare l’inquinamento all’interno delle abitazioni. Una pianta adulta è in grado di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Promuovere essenze con il Leccio, la Fotinia, il Pittosforo, il Lauro o l’Eleagno aiuta dunque a rendere le strade più vivibili. Ma è importante anche il ruolo dell’Acero Riccio. Dodici piante assorbono l'equivalente della CO2 emessa da un'auto di media cilindrata che percorre 10 mila km/anno. E piante antismog sono anche la Betulla, il Cerro, il Ginkgo Biloba, il Tiglio, il Bagolaro, l'Olmo campestre, il Frassino comune e l'Ontano nero.
Ma ci sono anche le piante da appartamento che possono ridurre del 20% l’anidride carbonica in case, scuole, uffici e ospedali e del 15% il quantitativo di polveri sottili PM 2,5. Si va dalla Sansevieria alla Yucca, dalla Camadorrea alla Schefflera, dal Pothos alla Diffenbacchia, dallo Spatifillo fino ad arrivare all’Anturium.