Milano, le nutrie alle porte della città. Un esemplare è stato avvistato in via Padova, periferia a nord est del capoluogo, nel Naviglio della Martesana a poca distanza dall'omonimo parco. Questi grossi roditori – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza –, oltre a cibarsi delle colture tipiche delle nostre zone, come il mais, minano la sicurezza dei canali e dei corsi d'acqua e la stabilità dei suoli adiacenti a essi. Solo nel 2011 tra Milano e Lodi i danni provocati dalla loro azione sono stati superiori a 150 mila euro: 72 mila nel milanese e oltre 85 mila nel lodigiano.
Lungo i bordi dei fossi e delle rogge – continua la Coldiretti Interprovinciale – la nutria scava le sue tane, delle buche che si estendono nei terreni limitrofi e che sono collegate con l'esterno tramite delle aperture. La terra così smossa diventa instabile tanto che, a lungo andare, si possono verificare anche dei cedimenti. Nelle campagne, con i trattori e i mezzi agricoli in azione lungo gli argini, la possibilità di crolli aumenta mettendo in pericolo gli stessi lavoratori e provocando difficoltà nell'irrigazione dei campi.
“Per frenare l'azione di questi animali – spiega Claudio Sartore, responsabile area della Martesana del Consorzio Est Ticino Villoresi – si potrebbero utilizzare delle reti, salvaguardando così l'intero sistema irriguo. Le zone tradizionalmente più colpite son quelle a sud di Milano, a cominciare da Pavia, ma negli ultimi anni abbiamo avuto segnalazioni anche nell'est milanese, fino a Gorgonzola e Cassina de Pecchi, due paesi della Martesana”.
“Quello delle nutrie – spiega Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza – è un problema che ci trasciniamo da anni. La situazione continua a essere preoccupante nonostante negli ultimi anni qualcosa è stato fatto, grazie ai piani di contenimento voluti dalle istituzioni. E' necessario però trovare una soluzione definitiva”.
Recentemente il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato il progetto di legge al Parlamento per sradicare questi roditori originari del Sud America e introdotti in Italia alla fine degli anni '50 per la produzione di pellicce, che si sono poi diffusi nel nostro ecosistema. La proposta mira a estirpare la nutria dal territorio escludendola dalle tutela della legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica, favorendo l'attività di cattura o di abbattimento con metodi selettivi e incentivando il trappolaggio da parte di cittadini e agricoltori.