4 Settembre 2012
BILANCIO DI FINE ESTATE PER MUZZA E VILLORESI: COSI I NOSTRI CAMPI HANNO RESISTITO ALLA SICCITA’

Nonostante la siccità, fra Milano e Lodi gli argini azzurri della Lombardia occidentale hanno retto. I bilanci idrici di fine stagione indicano che la Muzza è riuscita a garantire fra i 100 e i 105 metri cubi di acqua al secondo, mentre il Consorzio del Villoresi ha tenuto tutti i suoi 275 metri cubi al secondo divisi fra Naviglio Grande (64 metri cubi), Villoresi (55 metri cubi) e il resto al bacino del Sesia in Piemonte.

Sta finendo una delle stagioni più difficili degli ultimi anni – spiega la Coldiretti interprovinciale –, ma almeno nei nostri territori la buona gestione di Muzza e Villoresi ha garantito alle imprese la disponibilità d’acqua necessaria alle attività giornaliere. Nonostante questo, però, gli imprenditori agricoli hanno dovuto sobbarcarsi costi aggiuntivi dovuti alle irrigazioni straordinarie, dettate proprio dal clima torrido.

“All’inizio dell’estate – racconta il Presidente della Muzza, Ettore Grecchi – per fare scorta di acqua per quello che prevedevamo sarebbe stato un periodo difficile, abbiamo anche ottenuto che la centrale elettrica di Tavazzano fermasse temporaneamente 3 gruppi su 4. Ma il problema vero è il rilascio di più acqua dai bacini di montagna controllati dalle società elettriche”.

Al Villoresi, grazie ai due battelli per la pulizia di sponde e fondali, l’acqua in scorrimento non ha subito rallentamenti ed è stata garantita la piena portata del canale. “In questi anni – spiega Sandro Folli, Presidente del Consorzio – abbiamo fatto sforzi continui per migliorare il servizio agli agricoltori nell’ambito di una piena sostenibilità ambientale. Possiamo dire che anche quest’anno, un’oculata gestione delle acque e dei bacini, ci ha permesso di garantire l’apporto idrico necessario alle imprese per continuare le irrigazioni”.

“Pur fra problemi e preoccupazioni – spiega Carlo Franciosi, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – nelle nostre zone l’impatto del caldo ha avuto un effetto minore sulle produzioni in campo, grazie a una gestione oculata delle risorse idriche da parte dei Consorzi che ha permesso agli agricoltori di aumentare le irrigazioni, riducendo così le conseguenze negative del grande caldo ma aumentando però le spese sostenute dalle aziende”.

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