26 Aprile 2023
Il 2022 anno nero dell’agricoltura: ANBI presenta il Report sull’ultima stagione irrigua

La presentazione del Report da parte del presidente di ANBI Lombardia e Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza Alessandro Rota

Il secondo anno più caldo di sempre e il nuovo record minimo di precipitazioni del periodo di riferimento (2006-2020) hanno fatto della stagione irrigua del 2022 una delle più critiche in assoluto. E’ quanto emerge dal “Report sulla Stagione irrigua in Lombardia - 2022” presentato da ANBI Lombardia, l’associazione che rappresenta i 12 consorzi di bonifica e di irrigazione operanti in regione. Giunto alla terza edizione, il rapporto costituisce un patrimonio unico nel panorama nazionale nella conoscenza dei dati sull’uso dell’acqua in agricoltura, reso possibile grazie al lavoro del CeDATeR, il Centro Dati Acqua e Territorio rurale gestito dall’Associazione.

Il Centro dati presidia un sistema di rilevazione, basato su centinaia di misuratori presenti in tutta la pianura lombarda, che consente ormai di monitorare in tempo reale l’80 per cento delle portate delle concessioni irrigue da acque superficiali.  “L’elaborazione di questi dati ci permette sempre più di supportare la pianificazione regionale nella gestione dell’acqua, indispensabile per affrontare le sfide della mitigazione e contrasto ai cambiamenti climatici che ormai investono anche una regione tradizionalmente ricca d’acque come la nostra”, ha evidenziato Alessandro Rota, presidente di ANBI Lombardia e presidente di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza, durante il convegno di presentazione del volume, che ha registrato anche la presenza degli assessori regionali all’Agricoltura Alessandro Beduschi e alle Risorse Massimo Sertori.

I dati del Report danno conto dei numeri in gioco. Nel 2022 si è assistito a una vera e propria impennata del fabbisogno idrico delle colture: basti pensare che nel mese di luglio sono stati largamente superati i 200 millimetri mensili di fabbisogno irriguo netto (rispetto a una media vicina ai 140 mm), a fronte di piogge che si sono fermate a 41 mm di precipitazione media complessiva nell’areale di pianura, segnando un deficit pluviometrico negativo che oscilla tra i 30 e i 60 millimetri. Con riserve idriche ridotte del 60 per cento, l’irrigazione è riuscita solo in parte a colmare questa differenza. I 4,6 miliardi di metri cubi d’acqua prelevati (il dato è riferito alle sole acque superficiali e mostra una riduzione di quasi la metà rispetto ai volumi mediamente utilizzati) non sono bastati a fronteggiare interamente le necessità irrigue, influendo anche sull’equilibrio ambientale complessivo a partire dalla riduzione della falda.

Il sapiente lavoro dei consorzi e la sinergia con Regione Lombardia – ha aggiunto Rota – hanno però permesso di utilizzare al meglio l’acqua disponibile, evitando così il tracollo del sistema agricolo lombardo”. Lo studio di ANBI Lombardia tratteggia per ogni bacino idrografico - ossia per i principali fiumi (Ticino, Adda, Oglio, Chiese e Mincio) - la cronologia della stagione irrigua dello scorso anno, con il dettaglio in termini percentuali delle portate erogate, consentendo di avere, attraverso grafici di grande immediatezza, il livello di criticità raggiunto.

La collaudata collaborazione con l’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali), ERSAF (l’Ente regionale di ricerca e servizi per l’agricoltura) e ARPA Lombardia ha permesso di sviluppare le oltre cinquanta pagine del Report corredate di tabelle e grafici che fotografano tutte le componenti di una stagione irrigua: l’andamento meteorologico, l’evoluzione fenologica delle colture e, ovviamente, la gestione dei prelievi idrici e della loro restituzione.

Il presidente Rota ha poi ribadito che “la stagione irrigua 2023 è ormai avviata e come ANBI Lombardia abbiamo individuato con chiarezza l’obiettivo primario dei prossimi mesi: tutelare e indirizzare le riserve idriche verso l’agricoltura. In ogni sede, a partire dal Tavolo regionale permanente per l’utilizzo idrico in agricoltura, abbiamo ribadito non solo le precise indicazioni di legge che vedono l’agricoltura seconda solo dopo al consumo umano, ma soprattutto l’inderogabile necessità di salvaguardare la sicurezza nell’approvvigionamento alimentare e la tenuta di un settore chiave per l’economia italiana come quello agricolo”.

 

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