Decine di alberi abbattuti, serre scoperchiate e danni alle strutture di stalle e cascine: è questo il primo bilancio degli effetti del vento forte che lunedì 7 febbraio ha colpito diverse zone della Lombardia.
I problemi maggiori si sono registrati a Milano città, in gran parte dell’area metropolitana e nelle campagne intorno a Monza. A Mediglia, nella zona a sud del capoluogo, le raffiche hanno strappato da terra alcuni tunnel per la coltivazione di frutta e verdura; serre danneggiate in Brianza, mentre in una cascina di Truccazzano (MI) è crollata parte del cornicione della casa padronale. Il tetto di una stalla è rimasto parzialmente scoperchiato in un’azienda agricola di Cuggiono, sempre nel Milanese.
Nell’ultimo anno in Italia – spiega la Coldiretti su dati ESWD - sono aumentate del 29% le bufere di vento tra raffiche violente, trombe d’aria e tornado. Una situazione che si è incrociata con la riduzione della manutenzione del verde pubblico a causa della pandemia Covid che lo scorso anno ha portato i vigili del fuoco a intervenire in ben 54mila emergenze per la presenza di alberi pericolanti nelle città italiane. Considerando il numero di interventi ogni 10 chilometri quadrati, le province italiane più colpite dagli alberi pericolanti (dai 10 ai 15 casi) sono Varese, Monza Brianza e Milano, Gorizia e Trieste, Napoli, Roma, La Spezia e Prato.
Le piante cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità. Ma i cambiamenti climatici hanno anche favorito la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall’estero che ha conseguenze catastrofiche sul verde, ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi.