28 Ottobre 2010
CON L’AGRICOLTURA COSTRUIREMO ANCHE IL MONDO DI DOMANI

 Può sembrare un paradosso, ma il mondo sta andando alla scoperta dell’agricoltura. Mai come in questo momento storico si è parlato di materie prime, speculazioni internazionali, quotazioni del mais e della carne, dei cereali e del latte,  di consumo di suolo e di tutela dell’ambiente, di bioenergie e di nuovi stili di vita e di consumo. Mai come adesso l’agricoltura è stata al centro dell’interesse non solo degli addetti ai lavori, ma anche di tutti gli altri. Il mondo ha scoperto che la finanza e i computer sono importanti, ma che non si può certo fare a meno dell’agricoltura.
E se i grandi investitori ragionano in termini di quotazioni, stock, speculazioni, produzioni e investimenti, il resto della società pensa alla qualità del cibo, dell’ambiente, a un consumo consapevole e a una spesa che non si esaurisca nei canali della grande distribuzione (pur importanti) ma che riscopra il rapporto diretto con l’agricoltore e, in fin dei conti, l’origine. Infatti ben il 97 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti. Una tesi sostenuta dalla Coldiretti perché la concorrenza straniera si affronta anche così, mettendosi in gioco sulla qualità dei prodotti, a patto però che siano riconoscibili. Una sfida globale che guarda a tutti i settori del comparto agricolo: dai cereali alla zootecnica, dal vivaismo all’orticoltura.
Per districarsi in un mondo complesso è nata la società Consorzi Agrari d’Italia che punta a una sinergia nella gestione dei cereali, del foraggio, degli agro farmaci e dei concimi, in modo da garantire alle aziende il meglio dei prodotti al miglior costo. E’ su tre livelli che la Coldiretti, con la sua filiera agricola tutta italiana, si sta muovendo: uno dedicato ai consumi dei cittadini con i mercati di Campagna Amica e le vendite dirette, uno dedicato alle esigenze economiche delle aziende agricole e uno che punta a un nuovo rapporto con la politica fatto di cose concrete e meno parole al vento. E’ un progetto per il tutto il Paese, che sta dando i suoi frutti.
Anche la Fiera di Codogno, giunta alla sua 220esima edizione, è una tappa di questo cammino ed è anche un momento di analisi su quello che accade nel nostro settore.
Sul latte, ad esempio, è giusto fare una riflessione perché a fronte di un mercato dei formaggi che va sempre meglio, il nostro latte non è pagato il giusto prezzo. Un problema, quello delle quotazioni, che riguarda anche la carne, la frutta e la verdura. Un controsenso rispetto al lavoro quotidiano che facciamo sulla qualità, sulla gestione degli allevamenti,  sulla ricerca tecnologica, sulla selezione degli animali e rispetto anche al continuo aggiornamento professionale di cui gli agricoltori sono protagonisti. Perché alla fine il nostro mestiere è quasi una missione.
Nella società della tecnologia informatica e della finanza, qualcuno potrebbe pensare che siamo un gruppo in via di estinzione, come indiani chiusi in una riserva. Ma non è così se guardiamo a come le materie prime agricole sono protagoniste dei grandi scambi commerciali internazionali,  a come il costo del frumento o del mais viene seguito quasi fosse quello del petrolio e mentre dalla società si alza forte la richiesta di qualità, sicurezza e verità sul cibo che si porta in tavola.
E’ ragionando su questi dati che alla fine non si pensa più all’agricoltura come è un vecchio arnese da lasciare in soffitta, ma come una colonna che regge la casa del mondo di oggi e sulla quale costruire, anche, la società del futuro prossimo venturo.

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