“Ambiente, lavoro, giovani e stranieri, sono stati tanti, in questi anni, gli insegnamenti che ci ha offerto il Cardinale Dionigi Tettamanzi, ha saputo interpretare al meglio la realtà del nostro mondo” spiega Carlo Franciosi, Presidente della Coldiretti di Milano e Lodi alla vigilia della messa solenne di questa sera in Duomo a Milano durante la quale Tettamanzi saluterà ufficialmente la Chiesa Ambrosiana.
Sul consumo di suolo, il Cardinale ha definito gli agricoltori i “custodi del giardino di Dio” e li ha invitati a “non abbandonare la terra” ad “amare profondamente il proprio lavoro e accogliere anche la fatica che comporta”. Ha ricordato a tutti che “lo stato abbandono delle terre o la mancanza di cura mettono a rischio il territorio: ne vediamo le conseguenze nelle alluvioni, frane, smottamenti. L’imbarbarimento di luoghi e di strutture non più custodite rendono insicuro lo stesso nostro Paese, mentre il mondo agricolo è sempre stato la sentinella e il custode del giardino”.
Sulla qualità dei prodotti ha spiegato che “non è solo un problema economico, ma è qualcosa di più profondo che tocca il nostro cuore, i nostri valori religiosi. La qualità è un segno dell’amore per il vostro lavoro. Siate ringraziati per tutto quello che fate. La vostra attività non si riduce al sindacato, ma va oltre: è difesa del territorio, è promozione degli agriturismi, è educazione alimentare, è conoscenza del mondo agricolo da voi promosso nelle scuole, è amore per i frutti della terra”.
Sugli immigrati Tettamanzi ha detto che: “Le aziende della Coldiretti stanno dando un forte contributo alla gestione dell’immigrazione, svolgendo un ruolo basilare di integrazione di tanta gente. Grazie al mondo agricolo, i dipendenti stranieri hanno imparato a gestire le stalle, a coltivare i campi, ad applicare le più moderne tecniche. Nelle aziende della Coldiretti centinaia di stranieri hanno trovato una casa, un’occupazione e una prospettiva, evitando di diventare preda della criminalità”.
E per i giovani, “che sono il futuro della Coldiretti e del lavoro agricolo”, il Cardinale ha sostenuto la necessità di valorizzare sempre “la dignità di chi sceglie la vita dei campi”.