Sono migliaia gli agricoltori e gli allevatori che in tutta la Lombardia hanno lasciato le campagne e sono scesi in piazza con trattori e animali per salvare l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro e il territorio e per gridare la propria intenzione di non volersi fermare nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni e dai rincari produttivi.
A Milano la mobilitazione ha coinvolto corso Monforte all’angolo con largo 11 Settembre 2001, davanti alla Città Metropolitana e a pochi metri dalla Prefettura, mentre a Lodi gli imprenditori Coldiretti si sono dati appuntamento all’incrocio tra corso Umberto e via Volturno, proprio davanti al Palazzo di Governo.
Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori non riescono neanche a coprire i costi di produzione – hanno rimarcato gli agricoltori in piazza - con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto. Una situazione insostenibile con le aziende che sono messe in crisi anche dalle speculazioni, come conferma l’analisi Ismea sul prezzo del latte pagato agli allevatori molto al di sotto del costo medio di produzione salito nelle stalle a 46 centesimi al litro.
Una stangata di almeno 37 milioni di euro in più al mese rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: tanto stanno costando i rincari produttivi agli allevamenti da latte della Lombardia. Nelle stalle gli animali vanno accuditi e munti ogni giorno, il latte consegnato quotidianamente, fatture e bollette vanno pagate così come i dipendenti, ma intanto molti allevatori si trovano costretti da mesi a vendere sottocosto anche per effetto di dinamiche speculative lungo la filiera che ricadono interamente sulle loro spalle.
“Negli ultimi mesi la bolletta della luce del mio allevamento è più che raddoppiata – spiega Alessandro Rota, produttore di latte a Melzo e presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – ed è solo una delle voci dei rincari tra energia e materie prime che stanno strozzando le nostre aziende che soffrono per un prezzo alla stalla che non copre nemmeno i costi di produzione. Per questo siamo scesi in piazza in tutte le principali città lombarde per denunciare una situazione che sta mettendo a rischio il nostro lavoro e la tenuta delle nostre imprese. Nel vertice che abbiamo avuto in prefettura a Milano è stato riconosciuto il ruolo non solo economico dell’agricoltura lombarda ma anche quello sociale e di tutela del territorio svolto dalle nostre aziende e si è fatto carico di trasmettere al Governo centrale le nostre proposte”.
“Non possiamo produrre in perdita – afferma Daniele Barcella, giovane produttore di latte di Lentate sul Seveso (MB) presente alla mobilitazione a Milano – Vogliamo continuare a lavorare bene per garantire prodotti di qualità, ma con i prezzi che ci vengono riconosciuti oggi e i costi di produzione sempre più alti è impossibile”.
Quello del latte è uno dei comparti chiave dell’agroalimentare italiano e lombardo, con la nostra regione che da sola produce oltre il 40% di tutto l’oro bianco nazionale grazie a una rete di 5mila allevamenti. E le difficoltà dei produttori di latte sono la punta dell’iceberg di una situazione di diffusa sofferenza dell’intero comparto zootecnico che coinvolge anche i bovini da carne, gli ovicaprini, gli avicoli e i suini che devono affrontare anche le emergenze influenza aviaria e peste suina.
In particolare in Lombardia si stima che l’aviaria abbia già provocato perdite per circa 30 milioni di euro per i soli danni diretti negli allevamenti avicoli colpiti negli ultimi due mesi tra le province di Brescia, Mantova e Cremona. Soffrono anche gli allevamenti di maiali, che oltre ai boom dei costi di produzione devono affrontare anche un crollo di 20 centesimi del prezzo riconosciuto al chilo. La suinicoltura rappresenta per la Lombardia un altro comparto strategico con il 53% del totale dei maiali allevati in Italia.
Nel capoluogo lombardo gli allevatori della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza hanno portato in piazza anche due vitellini “nipoti” della mucca Giustina, simbolo della battaglia per un prezzo del latte giusto e onesto. Sono stati allestiti anche la prima esposizione sui rincari di bollette e materie prime che stanno strozzando gli agricoltori e uno spazio dedicato alle opportunità che vengono dall’agricoltura con le fonti energetiche rinnovabili come il fotovoltaico sui tetti di aziende e stalle.
Nelle piazze di Milano e Lodi affollate dagli agricoltori si sono visti cartelli con le scritte “Tre litri di latte per pagare un caffè”, “Fermiamo le speculazioni” e “Italia più forte con gli agricoltori”. A sostenere il mondo dei campi anche tanti rappresentanti delle istituzioni. Nel capoluogo lombardo, fra gli altri, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo, i consiglieri regionali Silvia Scurati e Max Bastoni, il presidente di Anbi Lombardia Osvaldo Folli. A Lodi, la sindaca del capoluogo Sara Casanova, il presidente della Provincia e sindaco di Codogno Flavio Passerini, con il primo cittadino di Casalpusterlengo Elia Delmiglio e i sindaci di altri centri del territorio.