Dagli 8 ai 35 euro. E’ questa – secondo una rilevazione a campione della Coldiretti con riferimento a pasticcerie e panetterie nei capoluoghi provinciali – la forbice dei prezzi dei dolci per le tavole di Natale tra Milano, Lodi e Monza Brianza. Il più gettonato sarà il panettone, diffuso su tutto il territorio lombardo, i cui prezzi variano molto da una città all’altra.
La più economica è Lodi dove con 17-22 euro ci si porta a casa un chilo di dolce tradizionale. Per la stessa quantità a Monza ci vogliono in media 25 euro, mentre a Milano si va da 26 euro al record di 35 euro nel quadrilatero della moda. Per chi non ama il panettone, nel Lodigiano si può optare per la Tortionata, una torta di mandorle, rotonda e non lievitata, che era diffusa già nell’Ottocento. I prezzi per questo dolce, il cui nome sembra derivare da “tortijon” che significa “fil di ferro” oscillano dai 17 ai 22 euro al chilo. In Brianza, invece, si può trovare il Pan Tramvai: durante il periodo natalizio lo si trova solo in alcune pasticcerie per una media di 8 euro.
I dolci tradizionali – spiega la Coldiretti – sono un pezzo della nostra storia che unisce la qualità degli ingredienti alla maestria di chi li prepara. Per quanto riguarda il panettone – spiega una ricerca della Camera di Commercio di Milano – nel capoluogo lombardo ogni famiglia ne compra almeno 5 all’anno e una famiglia su due acquista quello artigianale almeno una volta. A livello nazionale, poi, il panettone è preferito al pandoro: secondo l’analisi della Coldiretti/Ixè “Il Natale sulle tavole degli italiani”, il primo sarà consumato dall’89 per cento degli italiani, mentre il secondo sarà scelto “solo” dal 77 per cento.
Quest’anno – conclude la Coldiretti Interprovinciale – il Natale registra uno storico ritorno al fai da te casalingo con gli italiani che trascorreranno in media 3,5 ore per la preparazione del pasto principale del 25 dicembre. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè “Il Natale sulle tavole degli italiani”, che sottolinea il successo dell’enogastronomia in tutte le sue forme: dall’acquisto dei prodotti agli strumenti per la preparazione casalinga, fino ai libri di cucina con le raccolte di ricette che dal 2008 a oggi sono cresciute del 70% e le copie stampate che sono passate dai 2 milioni e mezzo all'inizio della crisi economica alle attuali 4 milioni e 200 mila
