Persi in media più di un milione e 300 mila metri quadrati ogni anno. E’ questo l’impatto medio del consumo di suolo in provincia di Lodi in base ai dati degli ultimi trent’anni. “Si tratta – spiega Alessandro Rota, Presidente di Coldiretti Milano Lodi e Monza Brianza – del prezzo che il territorio ha pagato all’espansione edilizia residenziale, ai capannoni industriali e logistici, alle strade e alle autostrade. In un’area lunga e stretta come il Lodigiano, tagliata in due dalla A1, il fatto che ci siano ancora aree verdi coltivate oltre a un parco naturale come l’Adda Sud è una ricchezza che va conservata e tutelata. Dove l’agricoltura si restringe, di solito si allargano i problemi: traffico, inquinamento e capacità del territorio di assorbire eventi meteo sempre più violenti e concentrati. Questo prezzo non può essere più pagato per il presente ed il futuro dei lodigiani e di un territorio dove tra l'altro aree da recuperare non mancano. Non si può barattare la terra, bene universale da custodire e coltivare, con qualsiasi promessa di breve o medio periodo, questa non è politica di bene comune, non possiamo permetterlo".
Solo nel 2016 la Lombardia – spiega la Coldiretti regionale - è stata colpita da 15 tempeste di pioggia e grandine per 10 milioni di euro di danni. Il risultato è che in Italia sono 7145 i comuni italiani a rischio frane e/o alluvioni. In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale su dati Ispra - su 1.544 comuni quelli a rischio sono 1.173 (il 76%), mentre oltre 325mila persone si trovano in zone soggette a un potenziale pericolo idrogeologico. Per proteggere la terra e i cittadini - conclude la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola. Un obiettivo che riguarda l’intera Europa dove vengono distrutti 100.000 ettari di suolo fertile ogni anno. Per questo ACLI, Coldiretti, FAI - Fondo Ambiente Italiano, INU - Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF e altre realtà italiane, insieme a 400 organizzazioni europee, si sono unite nella campagna #SALVAILSUOLO. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme per una legislazione specifica per tutelare il suolo. La petizione può essere firmata sul sitohttps://www.salvailsuolo.