24 Maggio 2013
MALTEMPO, DA LODI A MILANO E MONZA CAMPI FLAGELLATI

E’ allarme rosso nelle campagne tra Milano, Lodi, Monza e Brianza. A causa del maltempo incessante, gli agricoltori non riescono a lavorare: i raccolti della stagione sono a rischio. La situazione è la stessa in tutta la Lombardia, per questo la Coldiretti regionale ha chiesto lo stato di calamità per l’intero comparto. Siamo in emergenza – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza –. La troppa acqua caduta non permette di seminare e di entrare nei terreni con i mezzi, le colture già in campo sono allagate e ora la minaccia arriva della comparsa di funghi e parassiti.

I terreni sono ridotti a un pantano e gli agricoltori fanno i conti con la distruzione delle semine appena fatte e delle colture andate perse. “Ho seminato il mais qualche giorno fa, in ritardo di un mese e mezzo circa – spiega Danilo Barbieri di San Rocco al Porto (Lo) –, ma con l’acqua caduta temo che tutto sia andato perduto. Inoltre, a causa del maltempo, mi è saltata tutta la semina dei piselli mentre per la barbabietola da zucchero mi aspetto un calo nelle rese del 50 per cento rispetto allo scorso anno”.

Sui campi, a livello lombardo, è un vero e proprio bollettino di guerra: la semina del mais è in ritardo di quasi due mesi con stime di una riduzione delle rese dal 30 al 50 cento ed è stato perso l’intero primo sfalcio di foraggio, quello che garantisce il 50 per cento del prodotto alle stalle. Per il riso, altra coltura di punta  della Lombardia, si prevede un calo di circa il 30 per cento. Problemi anche su frumento, orzo, triticale e si registra oltre un mese di ritardo per la semina della soia.

“Ancora la soia non l’ho seminata – conferma Giuliano Fumagalli, di Oreno di Vimercate (Mb) –. La stessa cosa per gli ortaggi, mentre quello che ho in campo è quasi tutto da buttare: le patate sono marcite per il 30-40 per cento, il frumento nei terreni argillosi è stato colpito da asfissia e praticamente è annegato. Sulla produzione finale posso stimare una perdita del 50 per cento dell’avena e tra il 20 e il 40 per cento per il frumento”.

A livello regionale drammatica anche la situazione dei pomodori da industria, dove ci si attende un calo delle rese fra il 30 e il 35 per cento, con le piantine ancora da mettere a terra o semi affogate dall’acqua. Gravi perdite anche per l’ortofrutta: per mele e pere, angurie e meloni il danno oscilla fra il 30 e il 35 per cento del raccolto.

“Sul pomodoro avremo un calo nella produzione del 50 per cento, così come le melanzane – spiega Achille De Ponti di Settala (Mi) -. Entrambi questi ortaggi sono in ritardo di un mese, mentre lo sviluppo di coste, insalate e catalogne è in ritardo di almeno un mese e mezzo. Per finire in bellezza, poi, l’orzo è morto per annegamento. Il pericolo è che già dal prossimo mese sugli scaffali dei negozi inizino a scarseggiare i prodotti dei nostri territori, con probabili aumenti di prezzo”.

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