9 Maggio 2015
MILANO, LODI, MONZA – EXPO, DAL FORMAGGIO BARBARICO AI FIORI DA MANGIARE

Il formaggio barbarico, la bionda metropolitana che ha conquistato il mondo, i fiori da mangiare e il vino poliglotta. Sono i prodotti particolari che oggi, insieme ai sapori della tradizione come il riso e i salumi, sono protagonisti al “Roof Garden” di Coldiretti nella giornata dedicata alle eccellenze del Made in Italy delle province di Milano, Lodi, Monza Brianza. L’appuntamento è dalle ore 10 alle 18 al Padiglione Coldiretti, che si trova all’inizio del Cardo vicino all’ingresso Sud del sito espositivo di Rho Fiera, riconoscibile dalla grande scritta “No farmers, no party” e dai maxivolti dei veri agricoltori che ne tappezzano le pareti esterne.
 
La “bionda metropolitana” che conquista il mondo
Arriva da Settala (MI) la “bionda metropolitana” che sta conquistando il mondo. L’agribirra artigianale dell’Azienda Agricola Cascina Gaita, viene esportata in Cina, Giappone, Ucraina, Australia, Usa, Panama, Belgio e Sud Africa. Praticamente la si trova in tutti e cinque i continenti. Realizzata interamente sui terreni dell’azienda agricola della famiglia De Ponti, a soli 20 km dal capoluogo lombardo, è frutto di un ciclo produttivo che dura ben 80 giorni. Con una produzione di circa 300 mila litri all’anno, la Cascina Gaita raggiunge i consumatori anche con lo “street food” targato Campagna Amica, attraverso un parco di 7 apecar. Quello della birra artigianale – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza – è un settore in crescita. In Italia, dove la produzione di birra si attesta intorno ai 13 milioni di ettolitri, i microbirrifici sfiorano ormai le 500 unità.
 
Da Gorgonzola arriva il “formaggio barbarico”
Ha rischiato di scomparire, ma grazie a un progetto della città metropolitana di Milano sta ripopolando le stalle lombarde. È la vacca varzese, unica razza bovina autoctona della Lombardia, che probabilmente è giunta in Italia al seguito delle incursioni barbariche del VI secolo, durante il periodo dei Longobardi. Dal suo latte si ottiene il formaggio Varzese che viene prodotto anche nell’azienda agricola Colombo di Gorgonzola (MI), protagonista del progetto della città metropolitana di Milano. Oggi, nella provincia meneghina, si contano oltre 100 capi di questa razza – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza – mentre nove anni fa erano censiti solo una ventina di esemplari.
 
Il vino poliglotta simbolo di Expo
Dalle colline di San Colombano nasce il vino poliglotta, che parla 42 lingue differenti: dallo swhaili al persiano, dal tigrino al russo, fino all’arabo, al giapponese e al cinese. L’idea è venuta a Gianenrico Riccardi, titolare dell’omonima azienda agricola, per celebrare l’Esposizione Universale di Milano: “Volevamo far conoscere a quanta più gente possibile l’unico vino di Milano – spiega Riccardi - e così abbiamo pensato a una sorta di ‘etichetta globale’ con raffigurato il Duomo del capoluogo lombardo e disponibile in più di 40 lingue del mondo”. La collina di San Colombano – spiega la Coldiretti – è l’unica area vitivinicola della provincia di Milano. Si estende a sud del capoluogo lombardo, tra la Pianura Lodigiana e la Bassa Pavese, ed è amministrata da tre province: Pavia, Lodi e Milano. Qui si producono il San Colombano, l’unico vino Doc di Milano, e la Igt Collina del Milanese.
 
Dal giardino alla tavola, ecco i fiori da mangiare
Rosa, viole, garofani e calendula. Sono alcuni dei fiori da mangiare che sempre più spesso colorano e profumano i piatti delle nostre tavole. Dai risotti alle insalate, dai dolci fino alle tisane, i fiori eduli possono essere utilizzati ovunque. I petali di rosa, ad esempio, hanno un sapore profumato ideale per le bevande, i dolci o le marmellate, ma sono ottimi anche nel risotto, mentre la viola è adatta per insalate e pasta. Oltre ai fiori, sulle nostre tavole trovano sempre più spazio anche le aromatiche come il finocchietto selvatico, la salvia colorata con foglie rosse, bianche e verdi, il timo colorato, l’aneto e i peperoncini. Queste piantine, insieme a quelle da orto, sono quelle che hanno retto meglio l’impatto della crisi che negli ultimi anni sta attanagliando il florovivaismo lombardo, un settore che vale oltre 200 milioni di euro e che dà lavoro a 15mila persone.

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