Il riso Carnaroli non c'entra nulla con gli organismi geneticamente modificati. Lo confermano anche esponenti del mondo scientifico. E' quanto afferma la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza nel commentare le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente Clini.
A differenza di quello che dichiara l’esponente del Governo, l’ingegneria genetica e la transgenesi - sottolinea la Coldiretti provinciale - non c'entrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, la Cipolla Rossa di Tropea o la vite nero d’Avola. Una cosa sono gli incroci e gli ibridi, un'altra è l'ingegneria genetica.
“Il Carnaroli – spiega Stefano Bocchi, docente di agronomia all'Università degli studi di Milano – è il risultato dell'incrocio tra due varietà di riso, il Vialone e il Lencino, realizzato con tecniche di miglioramento genetico tradizionali. Non è il frutto di operazioni di ingegneria genetica fatte in laboratorio, dove invece si va ad agire sul Dna dell'organismo”.
“Negli Ogm – chiarisce Giuseppe Gavazzi, docente di genetica agraria a Milano – si inserisce nell'organismo un gene a lui estraneo, che in natura non possiede (ad esempio inserendo all'interno di una pianta un gene di origine animale). Invece negli incroci, come è il caso del riso Carnaroli, si “incontrano” in modo naturale due organismi della stessa specie o di specie affini”.
Le dichiarazioni del ministro Clini hanno scatenato la reazione dei risicoltori di Milano e Lodi. “Come si può sostenere una cosa del genere? - dice Angelo Fedeli, produttore di riso alla cascina Battivacco a Milano, con 150 ettari coltivati di cui 130 a riso -. Il Carnaroli è una varietà di riso tipicamente italiana. Non può essere frutto di modificazioni genetiche semplicemente perché è stato selezionato quando ancora non esisteva questa scienza. Con queste affermazioni il ministro rischia di rovinare l'immagine dei nostri prodotti”. “Il riso Carnaroli – afferma Antonio Negri di Sant'Angelo Lodigiano (LO)– è stato selezionato per la prima volta negli anni Quaranta del secolo scorso, in provincia di Milano, da Ettore ed Achille